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Macedonia: poveri da morire

La situazione economica in Macedonia è talmente difficile che influisce sulla sopravvivenza stessa dei cittadini. Se alcuni scelgono la soluzione estrema del suicidio, gli altri diventano abili nella lotta per la sopravvivenza

30/03/2004, Stojanka Mitreska - Skopje

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Un paio di settimane fa un uomo di quarantanove anni di Prilep città della Macedonia si è impiccato. La polizia suppone che il motivo del suicidio possa essere attribuito alle condizioni sociali in cui versava l’uomo. Una settimana prima di questo fatto sempre nella cittadina di Prilep c’è stato un altro morto, il cinquantaquattrenne Ljuben GJ. Inoltre, a causa dell’impossibilità di versare il pagamento della corrente elettrica, oltre un mese fa, a Bitola, si è uccisa una donna di sessanta anni.

Tutti questi casi hanno sconvolto l’opinione pubblica in entrambe le città macedoni, ma hanno anche fatto aprire gli occhi sul disinteresse del governo per le questioni economiche vitali. La psicologa Ubavka Sipinkoska, operatrice nel Centro intercomunale per le politiche sociali a Prilep, afferma che il fattore sociale è uno dei principali motivi di suicidio. In Macedonia dall’inizio dell’anno ad oggi ci sono stati 10 casi di suicidio, mentre lo scorso anno ce ne sono stati ben 150.
"Con meno di 100 euro al mese sopravvivo appena. Non posso comprare ogni giorno la frutta, il cioccolato e altri articoli costosi. Dobbiamo privarci di molte cose per poter sopravvivere", ha dichiarato al quotidiano "Vreme" Zivko Arsic, un pensionato di Skopje. La pensa allo stesso modo anche Danijela Nofitovska, fisioterapista nel centro privato "Neuromedika", la quale afferma che deve contenere i suoi bisogni personali per poter tirar su i figli.

"I bambini desiderano avere il computer, studiare le lingue straniere. Non si tratta più di un lusso, ma di cose necessarie. Per non parlare delle scarpe, dei vestiti. Rimane qualcosa per le manifestazioni culturali, teatro, cinema?" si domanda la Nofitovska.

Anche i dati ufficiali dell’Istituto macedone per le statistiche affermano che, con l’entrata di un solo stipendio medio inferiore ai 200 euro mensili, una famiglia di quattro membri può appena sfamarsi. I dati affermano che per i generi primari si spendono 170 euro al mese, il che significa che rimangono solo 30 euro per pagare l’elettricità, l’acqua, il telefono, le scarpe, i vestiti, i libri e i generi riguardanti l’igiene personale. Quando si tirano le somme forse rimane anche qualche denaro per i generi primari: lo zucchero costa dai 23 ai 35 denari al chilo, il pane dai 20 ai 28 denari a seconda della qualità, l’olio d’oliva dai 58 ai 78 denari, il sale dai 25 ai 32 denari (1 euro = 6.17 denari).

Ma queste sono statistiche. La realtà, in alcuni casi, non sembra essere però così brutta. In effetti la realtà quotidiana sembra totalmente contraria: caffè, ristoranti e bar sono pieni di gente. Come questo sia possibile è ciò che si domandano sia i cittadini che gli esperti. E lì dove la matematica non arriva c’è solo una risposta possibile: l’economia grigia. Quasi ogni famiglia in Macedonia ha un membro che lavora in nero. I mercati non sono più quelli di un tempo: oltre alla frutta e alla verdura c’è di tutto, anzi come direbbero i nostri vecchi, manca solo il cappello del pope.

Si capisce che si tratta di generi contrabbandati dalla Bulgaria, dalla Turchia e dal Kosovo. E nessuno degli organi statali reagisce come ci si potrebbe aspettare, dal momento che i prodotti i cui prezzi non sono tassati né hanno i certificati di qualità, concorrono con i più costosi prodotti locali.

"La situazione economica è veramente pessima. Persino se due membri della famiglia ricevessero lo stipendio non rimarrebbe denaro per nient’altro al di fuori del cibo. Per i bisogni culturali e educativi la gente non trova denaro. Lo stato dichiara di essere sociale, il che significa che dovrebbe prestare attenzione alla condizione sociale dei cittadini e combattere contro la povertà. I risultati di una tale battaglia sono solo sconfitte. Ci sono sempre più persone povere. La classe media, oggi inesistente, non può partecipare allo sviluppo della sussistenza" afferma Marjana Loncar, presidentessa dell’Unione macedone dei consumatori.

L’Istituto "Euro-Balkan" due settimane fa ha reso noti i risultati di un’analisi che afferma che in Macedonia in questo momento manca una leadership indipendente in grado di promuovere un ampio spettro di riforme. Questa conclusione è il risultato di un sondaggio condotto dal 17 al 23 febbraio di quest’anno, al quale hanno partecipato 1.073 cittadini. Il 79% degli intervistati ha ritenuto che la situazione economica nel paese sia all’insegna della povertà, mente il 72% ha dichiarato la stessa cosa riguardo il luogo in cui vivono. Il 55% degli intervistati considera che la situazione economica sarà anche peggiore di quella attuale. Circa il 42% dei cittadini ha dichiarato che il motivo fondamentale per cui il paese versa in queste condizioni è dovuto alla mancanza di riforme economiche.

"Tale riferimento dei cittadini alla situazione economica ha la sua ripercussione anche sul gradimento dei partiti politici", hanno valutato gli esperti che hanno condotto l’indagine. Il 50% degli intervistati considera che i partiti politici non si impegnino in modo soddisfacente per aumentare i benefici dei disoccupati, per la creazione di nuovi posti di lavoro, e per la riqualificazione dei lavoratori che sono rimasti senza impiego nel processo di privatizzazione.

Nei giorni scorsi l’Istituto per le statistiche ha pubblicato un’altra notizia scioccante: la produzione industriale in gennaio è diminuita del 50% rispetto allo scorso anno. Ogni persona normale si chiederebbe cosa sta succedendo nel paese e che razza di governo è quello che ha permesso di chiudere una fabbrica su due in un solo anno. La produzione industriale precipita perché non lavorano tutte e cinque le miniere, non lavorano nemmeno le centrali termoelettriche, mentre le aziende più grosse lavorano con capacità ridotte.

Invece di adottare una strategia, il Ministero dell’economia dà una falsa speranza ai cittadini della Macedonia: dicendo che sarà meglio, che non è colpa di questo governo, ma di quello precedente, il quale ha giocato tutte le sue carte per uno standard migliore. E così mentre si stanca l’opinione pubblica con ciò che non è stato fatto da coloro che sono stati penalizzati dai cittadini, grazie ai quali non sono più al governo, la Macedonia perde del tempo prezioso, del denaro e la possibilità di uscire dalla povertà. Mentre i cittadini, di mese in mese, diventano dei virtuosi della sopravvivenza, si ingegnano su dove comprare varie cose e spendere meno, e di giorno in giorno si dilettano con la campagna per l’elezione del nuovo presidente, dopo la tragica morte di Boris Trajkovski.

vedi anche:
Futuro difficile per la Macedonia
Boris Trajkovski: un uomo onesto, ma politicamente poco influente

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