Le tre sepolture di Gamsakhurdia
Migliaia di georgiani hanno partecipato al funerale del loro primo presidente, le cui spoglie sono state recentemente rinvenute in Cecenia. Ma restano divisi sulla sua eredità
Di Paul Rimple*, Tbilisi, per Eurasianet, 2 aprile 2007 (tit. or.: "Georgia buries a President, but not the past"). Foto di Sophia Mizante*
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Maddalena Parolin
Il 31 marzo e primo aprile scorsi migliaia di georgiani hanno seguito le cerimonie per la terza sepoltura del primo presidente della Georgia, Zviad Gamsakhurdia, l’erudito e impetuoso dissidente che aveva guidato il paese caucasico verso l’indipendenza, per poi divenire una figura controversa durante l’epoca post-sovietica. Nonostante il tentativo di appianare i contrasti del passato, l’eredità ambigua di Gamsakhurdia continua a generare discordia.
Pur ampiamente riconosciuto come il padre dell’indipendenza della Georgia, molti georgiani incolpano Gamsakhurdia della guerra civile e delle divisioni etniche che seguirono i suoi sette mesi di presidenza, terminati con il colpo di stato del gennaio 1992. Le conseguenze di quel periodo, che portò il paese sull’orlo del collasso, giungono fino ad oggi.
"Certamente: pensavo che la Georgia dovesse essere indipendente e lui era per l’indipendenza," afferma Ramaz Natsvilishvili, che all’epoca della presidenza di Gamsakhurdia nel 1991-1992 era studente di medicina. "Ma in seguito iniziò a dividere la gente: gli abitanti delle città contro quelli delle campagne, i kakheti contro i mingreli, i georgiani contro gli osseti…"
Konstantine, figlio maggiore di Gamsakhurdia nato dal suo primo matrimonio, presidente del movimento politico di opposizione "Libertà", ammette che suo padre commise alcuni gravi errori, ma sostiene che la reputazione dell’ex presidente come un nazionalista estremo sia esagerata.
"In realtà non ha mai detto ‘La Georgia ai georgiani’" sostiene Konstantine Gamsakhurdia. "La questione dell’Ossezia era politica, non di nazionalità", aggiunge riferendosi ai controversi tentativi del padre di soffocare la domanda di maggiore autonomia della regione dell’Ossezia meridionale. Le politiche conflittuali di Gamsakhurdia sono oggi ampiamente ritenute responsabili di aver favorito il conflitto del 1991-1992 con il territorio separatista.
Non c’è stato alcun profondo riesame di tali politiche in occasione della sepoltura. Si è invece enfatizzato il ruolo di Gamsakhurdia come artefice della Georgia indipendente, con il tributo di onori dovuti ad un capo di stato deceduto.
La cerimonia del primo aprile è stata il primo funerale di un presidente georgiano. Al tempo stesso era la terza sepoltura di Gamsakhurdia dalla sua misteriosa morte nel 1993 nel villaggio georgiano occidentale di Jikhashkari. Il presidente della Repubblica Mikheil Saakashvili e la moglie, Sandra Roelofs, la presidente del Parlamento Nino Burjanadze e il sindaco di Tbilisi Gigi Ugulava hanno tutti presenziato al servizio in memoria di Gamsakhurdia il 31 marzo nella Cattedrale Svetitskhoveli di Mtskheta l’antica capitale, sede del patriarcato della Chiesa Ortodossa georgiana.
In un discorso durante la cerimonia, Saakashvili ha evidenziato la necessità di mettere da parte le divisioni politiche o etniche del passato. Il riconoscimento delle difficoltà vissute sotto Gamsakhurdia è stato limitato all’affermazione che l’inesperienza della Georgia riguardo all’"indipendenza politica" ha contribuito ad una "fase di grande sofferenza del nostro paese".
"La Georgia", ha poi aggiunto Saakashvili, "rispetterà coloro che hanno lottato per la sua indipendenza".
Assieme all’ex dissidente Merab Kostava, il carismatico Zviad Gamsakhurdia guidò le manifestazioni per l’indipendenza alla fine degli anni ottanta e nel 1990 fu eletto presidente del Consiglio Supremo della Georgia. Quando nel 1991 si tenne un referendum sull’indipendenza, una schiacciante maggioranza votò a favore. Gamsakhurdia fu eletto presidente poco dopo, con oltre l’80 per cento dei voti.
Dopo il suo rovesciamento nel 1992, Gamsakhurdia si rifugiò in Cecenia, dove gli fu concesso l’asilo politico dal leader della repubblica russa Dzhokhar Dudayev, che stava lottando per la propria richiesta di indipendenza da Mosca. Nel settembre 1993, Gamsakhurdia ritornò in Georgia per guidare la rivolta contro il governo dell’allora presidente Eduard Shevardnadze, ma il tentativo fallì nel giro di pochi mesi.
Secondo i documenti ufficiali, Gamsakhurdia si suicidò la notte dell’ultimo dell’anno del 1993 con un singolo colpo di pistola alla testa. Un successivo esame riferì di due fori di pallottola nel capo, alimentando le speculazioni che il leader georgiano fosse stato assassinato.
Ad oggi, pochi georgiani accettano la conclusione ufficiale secondo la quale Gamsakhurdia, devoto credente georgiano ortodosso, si sia suicidato. Molti credono che il presidente Eduard Shevardnadze oppure il Cremlino siano coinvolti nella sua morte. Il corpo di Gamsakhurdia fu riesumato all’inizio di marzo da un parco nella capitale cecena Grozny.
Una recente indagine delle spoglie dell’ex presidente, condotta da specialisti forensi russi, ha fatto poco per chiarire la questione. I risultati non sono stati resi pubblici, al di là del fatto che la morte del presidente fu causata da un colpo di pallottola sparato alla testa da vicino.
La vedova di Gamsakhurdia, Manana Archvadze, ha rifiutato il permesso ad esperti georgiani o stranieri di condurre una autopsia separata. Perciò probabilmente non verranno mai rese pubbliche ulteriori informazioni riguardo alla morte.
"Per due settimane, ho chiesto che l’FBI esaminasse ed analizzasse i resti", ha dichiarato ad EurasiaNet Konstantine Gamsakhurdia. "Ora è impossibile. Il governo e la famiglia non erano favorevoli".
Per i migliaia di cittadini in lutto, che hanno reso onore a Gamsakhurdia nel fine settimana, questi dettagli erano meno importanti della reputazione dell’ex presidente. I sostenitori, molti dei quali portavano ritratti di Gamsakhurdia o la bandiera nazionale porpora, nera e bianca utilizzata durante la sua presidenza, hanno cantato il suo nome, "Zviadi!" o "Sakhartvelo (Georgia)!" mentre seguivano la bara di Gamsakhurdia dal parlamento al Pantheon Mtatsminda che sovrasta la capitale georgiana.
Con un bouquet nelle mani, la musicista Ia Darjania di Tbilisi ha definito Gamsakhurdia un "patriota per la sua famiglia, il suo paese e la sua gente" che "è morto per la madrepatria".
Gamsakhurdia è stato seppellito accanto a Kakuta Cholokashvili, leader della guerriglia di resistenza georgiana contro l’Armata Rossa all’inizio degli anni ’20.
Alcuni osservatori tuttavia, come Zaur Gergedava, hanno preferito ricordare Gamsakhurdia come un intellettuale, un "grande" scrittore e traduttore di e. e. cummings e dell’Iliade.
"Era un dissidente", ha concluso Gergedava. "Non si considerava un politico".
*Paul Rimple, giornalista, e Sophia Mizante, fotografa, sono freelance di base a Tbilisi
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