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La mobilitazione militare in Russia

Con la guerra in Ucraina la Russia ha avviato, per la prima volta dalla Seconda guerra mondiale, una mobilitazione militare, seppur definita "parziale". Ma chi sono i mobilitati?

12/04/2023, Marilisa Lorusso -

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Quando la Russia ha invaso l’Ucraina più di 400 giorni fa in pochi avrebbero scommesso sulla capacità di resistenza dell’esercito ucraino. La Russia ha notoriamente un grande arsenale militare, possiede quello che viene definito il secondo esercito al mondo. L’Ucraina ha 40 milioni di abitanti, la Russia 140 circa, e i due paesi hanno entrambi un sistema di leva obbligatoria, per cui il numero di soldati di leva e di riservisti – cittadini che hanno fatto il militare e rimangono quindi a disposizione delle forze armate in caso di mobilitazione – sono di tre volte più numerosi per la Russia che per l’Ucraina. Dopo la guerra contro la Georgia nel 2008, la Russia ha lanciato una campagna di ammodernamento delle forze armate, e viene da anni di intensivo riarmo. Sulla carta quindi non c’era confronto.

In realtà la guerra si è dimostrata molto più complicata di quanto i vertici militari russi pare avessero preventivato, e ha messo a nudo una serie di fragilità non solo di programmazione della guerra in corso ma strutturali dell’esercito russo, per cui mentre la guerra procede stanno cambiando i sistemi di ingaggio e di fatto la stessa struttura dell’esercito russo è in evoluzione.

La situazione per gli uomini in età di leva rimane differente nei due paesi: in Ucraina è stata chiamata una mobilitazione generale e vige la legge marziale. In Russia a settembre è stata indetta una mobilitazione parziale e la legge marziale è stata introdotta solo in alcune parti dei territori dichiarati annessi e con diverse gradazioni in altre aree del paese. Ma questo non significa che oltre ai militari, i civili over 18 russi siano immuni ai cambiamenti in corso dei loro obblighi verso il paese.

Cosa è cambiato in Russia

L’esercito russo è a composizione mista. Dopo la guerra in Georgia i vertici militari hanno avvertito l’urgenza di passare progressivamente a una professionalizzazione dell’esercito, per cui i reclutati attraverso la naia sarebbero andati a costituire una percentuale sempre minore degli organici militari, aumentando i contrattisti e i militari di carriera. Il servizio militare è stato ridotto di durata dai 2 anni precedenti a 1.

Quando è iniziata la cosiddetta “operazione militare speciale” i vertici militari si sono impegnati con la cittadinanza a non schierare i coscritti al fronte. Ma questo impegno verbale non è coerente né con la legge russa, che prevede che i coscritti possano prendere parte a combattimenti, né con la misura approvata dalla Duma a febbraio, che ha autorizzato l’utilizzo dell’esercito all’estero. Sono poi emerse numerose prove della presenza e partecipazione ai combattimenti in Ucraina dei soldati di leva. Questo ha creato apprensione e diffidenza nella società che quindi ha accolto con scetticismo le varie rassicurazioni del ministero della Difesa, incluso sull’uso dello strumento della mobilitazione “parziale”.

Il 21 settembre 2022 per la prima volta dalla Seconda guerra mondiale la Russia ha indetto una mobilitazione militare , e per la prima volta nella sua storia questa mobilitazione è stata definita “parziale”. Non esisteva nel diritto civile o militare russo questa fattispecie, e la sua stessa natura ha generato confusione.

La confusione ha generato diffidenza, e la diffidenza ha causato un massiccio esodo di uomini in età di leva o di riservisti. I numeri non sono chiari, ma si stima che la mobilitazione abbia portato fuori dal paese almeno 700.000 persone, un danno significativo perché l’età della coscrizione coincide con quella lavorativa, quindi è una significativa fetta della forza lavoro che ha lasciato il paese. Si rimane infatti riservisti a seconda del grado e del livello di formazione militare fino ai 50 anni per i soldati semplici e ai 70 anni per gli alti ufficiali. Fino a quando la mobilitazione non verrà revocata – il decreto non riporta una data massima di arruolamento – questa ampia categoria di persone è quindi soggetta a ricevere una cartolina di convocazione. Ma non solo: sono considerati riservisti anche coloro che non hanno svolto il servizio militare senza essere legalmente esentati, chi ha optato per il servizio civile, e le donne che hanno avuto formazione militare.

Il 24 settembre il Codice di Procedura Penale è stato emendato per includere la “mobilitazione parziale” e sono state aumentate le pene per chi si arrende e per i reati di saccheggio. Chi si arrende al nemico oggi rischia dai 3 ai 10 anni di prigione, se non c’è sospetto di tradimento, nel cui caso la pena può essere più alta. Sono aumentate anche le pene per chi si allontana non autorizzato dalla propria unità militare (pene fino a 10 anni di carcere) e di diserzione (fino a 15 anni di carcere).

I mobilitati e gli altri

Il decreto sulla mobilitazione è stato recepito e attuato in modo arbitrario dai vari comandi militari ed è stato più volte emendato nei mesi seguenti alla sua pubblicazione. Una serie di ricorsi sono stati fatti da mobilitati che rientravano nelle classi esentate, ma in alcuni casi è accaduto che quando il ricorso era stato vinto il mobilitato era già deceduto al fronte.

Secondo il ministro della Difesa Sergey Shoigu entro la fine dello scorso ottobre la mobilitazione aveva raggiunto i suoi obiettivi. L’obiettivo dichiarato a voce (nel testo della mobilitazione non viene indicato il contingente esatto) era mobilitare 300.000 uomini, e stando al ministero russo al 28 ottobre 82.000 mobilitati erano già al fronte, mentre altri 218.000 erano in fase di addestramento. Il ministero ha rassicurato che non sarebbero seguite altre mobilitazioni, per quanto invece emergano occasionalmente prove che la mobilitazione è avvenuta in più fasi, e non sembra essere terminata. È chiaro però che la Russia ritiene di dover avere un contingente ben più numeroso degli iniziali 190.000 uomini schierati nel febbraio 2022. Ed è qui che entrano in gioco altri soggetti: i corpi mercenari e i battaglioni volontari.

Nel primo gruppo rientrano le milizie come la Wagner, che si è contraddistinta per un grande protagonismo, oltre che per essere dispiegata nelle aree maggiormente combattute.

I corpi di volontari – creati a latere della mobilitazione e delle due coscrizioni annuali – provengono da diverse regioni della Russia e hanno spesso caratteristica di corpi di determinate nazionalità della federazione. Ci sono anche battaglioni di volontari d’oltre confine, tipo da Abkhazia e Ossezia del Sud, regioni secessioniste georgiane sotto l’effettivo controllo russo.

Ci sono poi i kadyrovtsi, gli uomini di Islam Kadyrov, capo della Cecenia. Sia i kadyrovtsi che la Wagner sono milizie capeggiate da figure che hanno chiare ambizioni politiche oltre che militari, pur avendo profili molto differenti.

La guerra sta creando un universo militare il cui peso sia economico che politico andrà crescendo più il conflitto si protrarrà, soprattutto in assenza di meccanismi di controllo democratico, in una realtà in cui la capacità di esercitare violenza e di accedere al limitato circolo decisionale sono le chiavi del successo.

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