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La Macedonia alla ricerca dell’appoggio americano

Il recente viaggio del premier macedone negli USA è servito per ribadire l’appoggio della Macedonia alla politica di Washington nell’ottica di un veloce ingresso del paese nella NATO. Nel frattempo è stata prolungata la missione macedone in Iraq

01/12/2003, Redazione -

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La Macedonia si dà da fare per ricevere l’appoggio degli USA alla membership nella NATO, col prolungamento della missione macedone in Iraq. Dopo la visita del premier Crvenkovski negli USA, gli alti rappresentanti del gabinetto di Bush hanno promesso che incoraggeranno la Macedonia negli sforzi verso l’accoglienza nella NATO, ma hanno spiegato che non la possono garantire. Intanto il governo macedone renderà possibile che a Skopje si costruisca l’ambasciata americana in una località archeologica.
Da Skopje, Gordana Stojanovska Icevska

"Io non posso garantire l’accoglienza della Macedonia nella NATO, perché si tratta di un’Alleanza. Ma, incoraggerò il premier a lavorare duro al Piano di azione per l’accoglienza, e su come dovrebbero essere raggiunti gli standard che si attendono da chiunque abbia queste aspirazioni", ha dichiarato Colin Powell, il segretario di stato americano dopo l’incontro con il premier macedone Branko Crvenkovski, la scorsa settimana a Washington.

Il premier macedone si è incontrato con i più alti rappresentanti degli USA. Crvenkovski ha avuto colloqui anche col vicepresidente Dick Cheney, col segretario di stato per la difesa Donald Rumsfeld e col suo vice Paul Wolfowiz. I colloqui hanno trattato principalmente dell’Accoglienza della Macedonia nella NATO.

Powell ha detto che gli USA aspettano il giorno in cui la Macedonia sarà parte dell’Alleanza e delle strutture euroatlantiche, e che lavorerà per questo, precisando inoltre che "Esistono degli standard cui ci si deve adeguare per accedere all’accoglienza".
"La Macedonia vale come esempio positivo per tutta la regione, e quello che ha fatto nel periodo di un anno rappresenta un impressionante avanzamento", ha dichiarato il segretario americano Donald Rumsfeld al termine dell’incontro con Crvenkovski.

Crvenkovski dopo i colloqui ha dichiarato che "la prosperità che ha realizzato la Macedonia lo scorso anno è accolta e sostenuta dagli USA".
"Per noi è stato importante spiegare le nostre aspirazioni per l’accoglienza nell’Alleanza e la mia impressione è che gli USA ci daranno l’appoggio necessario" ha riferito Crvenkovski dopo l’incontro con Cheney.

I media americani hanno avuto la stessa impressione. Hanno scritto che gli USA aiuteranno la Macedonia a diventare parte della NATO. Gli analisti dei media americani hanno spiegato che il Pentagono è soddisfatto sia della presenza della Macedonia nella guerra contro il terrorismo sia della decisione macedone di non consegnare i cittadini americani al Tribunale penale internazionale.
A differenza dei media americani, i media macedoni non hanno letto con grande ottimismo le dichiarazioni dei politici. I titoli riguardanti la visita si sono concentrati sul fatto che gli USA non possono garantire alla Macedonia l’accoglienza nella NATO.

Una ulteriore reazione positiva degli USA è seguita alla decisione che il governo macedone ha preso la scorsa settimana sull’invio di un nuovo contingente di soldati in Iraq. Questa decisione si è "sovrapposta" alla visita della delegazione macedone negli USA.
Che la Macedonia si stia dando da fare per ricevere l’appoggio degli USA lo ha confermato lo stesso Powell. Egli dopo l’incontro col premier macedone ha dichiarato che "Crvenkovski ha insistito per spiegare che la Macedonia benché sia un piccolo paese, è molto stabile ed è un affidabile partner e alleato degli USA".

La Macedonia sei mesi fa aveva inviato un’unità speciale di militari per la missione di pace negli USA. Il loro mandato termina con l’inizio di dicembre. Ma proprio nel periodo in cui la delegazione macedone era in visita a Washington, il governo di Skopje ha preso la decisione di inviare un nuovo contingente armato in Iraq.
Il Ministero degli interni ha spiegato che è importante prolungare la missione in Iraq, a causa delle necessità di avvicinamento alla NATO, per riconfermare la partnership con gli USA e con ciò si confermerà il contributo macedone alla pace mondiale.

Tuttavia, in Macedonia questa decisione non è stata accolta con entusiasmo. Tito Petkovski, rappresentante parlamentare, membro del partito di governo SDSM ed ex presidente del Parlamento, ha detto che l’invio di soldati macedoni in Iraq deve essere preso bene in considerazione dal momento che in Iraq ogni giorno vengono uccisi soldati e ormai non si tratta più di una missione di pace.
"Alla base delle precedenti decisioni (macedoni) del Parlamento c’era l’invio di soldati in missione di pace nel periodo post conflitto. La situazione in Iraq ora è totalmente diversa. Là è in atto un vero conflitto e ogni giorno perisce una decina di soldati. A causa di questa complicata situazione, il Parlamento deve discutere di nuovo e prendere una nuova decisione", ha dichiarato Petkovski.

Il Ministero della difesa non è d’accordo con questa posizione. Il suo portavoce ha spiegato che "nelle operazioni di pace ci sono alcune missioni di un certo tipo, tra le quali anche il portare la pace con la forza".
Il Governo ha peso la decisione di inviare in Iraq un contingente di 31 specialisti, che rimarranno in Iraq per sei mesi con la missione "Libertà per l’Iraq".

La missione macedone in Iraq è parte delle truppe USA. Gli USA garantiscono gli alloggi, il cibo e l’assistenza sanitaria per i soldati macedoni, mentre le loro paghe sono garantite dal budget macedone. Ciò significa che per la missione in Iraq le casse macedoni saranno più leggere di 42 milioni di dollari.
Nel frattempo, fintanto che il premier macedone era oltre oceano sui media macedoni è stata pubblicato un altro servizio che il governo macedone compirà per gli USA. Di questa decisione molto probabilmente non è stato informato il gabinetto di Bush, ma la notizia ha suscitato reazioni negative in Macedonia.

I media macedoni hanno scritto che il governo metterà a disposizione degli USA un’enorme superficie di terreno in una località archeologica nei pressi della fortezza di Kale nella capitale macedone. Gli USA costruiranno in questo spazio la loro ambasciata. Mentre l’attuale ambasciata Usa a Skopje è la più grossa ambasciata ei Balcani.
La fortezza di Kale è del sesto secolo e si trova sulla collina di fronte alla città. La collina e i suoi dintorni sono una località archeologica non ancora esplorata.

L’informazione che gli americani costruiranno nelle immediate vicinanze della fortezza è stata confermata in via non ufficiale da fonti governative. Il quotidiano "Dnevnik" ha scritto che il governo macedone ricorrerà al diritto di discrezione per garantire agli USA la costruzione dell’ambasciata nella fortezza Kale di Skopje. Secondo "Dnevnik", la terra verrebbe venduta agli americani per la cifra di 50 euro al metro quadrato.
La costruzione di questo edificio, in contrasto con il piano urbanistico, ha suscitato le reazioni degli archeologi e dei costruttori della capitale macedone.

Jani Atoniev, direttore dell’Istituto per la difesa dei monumenti e della cultura della città di Skopje, ha confermato che i rappresentanti dell’ambasciata americana hanno fatto richiesta all’Istituto per suddetto terreno.
"Questo è un luogo archeologico non ancora studiato. Lì sicuramente ci sono materiali archeologici, perché quel luogo per secoli è stato utilizzato come centro vitale", ha dichiarato Atoniev.

Antoniev spiega trattarsi di una località che si trova in una zona protetta in cui non si deve permettere la costruzione di alcunché.
Alla costruzione della ambasciata ha reagito anche l’organizzazione civica "Urbis", la quale condivide la difesa di tale luogo archeologico. Questa organizzazione, ancora prima che venisse resa nota la notizia della costruzione dell’ambasciata, aveva richiesto una protezione a parte per quel luogo.

"Kale a Skopje rappresenta il simbolo della città, una inesplorata località archeologica e un significativo luogo strategico-militare. Invece di costruirvi l’ambasciata quel luogo andrebbe sistemato e studiato", sostiene l’organizzazione non governativa Urbis.
Se l’ambasciata dovesse essere costruita a Kale, per motivi di sicurezza si dovrà realizzare la dislocazione delle pompe di benzina, che si trovano nelle immediate vicinanze, ha dichiarato un anonimo rappresentante del governo. Tale dislocazione costerebbe tra i 400.000 e i 500.000 euro.

Vedi anche:

Remake del governo macedone: cattivi risultati economici, ma buoni piani
Sui rapporti Usa – Balcani e la guerra in Iraq vedi anche:
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