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La fame di energia in Bosnia Erzegovina

Riceviamo e volentieri pubblichiamo un articolo tratto da EkoMreža BiH, riguardante il progetto di costruzione di altre tre idro-centrali sui fiumi della Bosnia Erzegovina. Si tratta dei fiumi Neretva, Drina e Bosna sui cui corsi verrebbero costruite delle grosse centrali di accumulazione elettrica, concessionaria l’azienda Intrade-energije. In difesa dell’ambiente si mobilitano le ONG locali

11/01/2005, Redazione -

La-fame-di-energia-in-Bosnia-Erzegovina

Di Atlantida Vranješ, EkoMreža BiH, 5 gennaio 2005

Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Ivana Telebak

La Intrade-energija, un’azienda indipendente di Sarajevo che si occupa di progetti, ha di sua iniziativa realizzato l’Elaborato per l’assegnazione delle concessioni per la costruzione di tre nuove idro-centrali sui fiumi bosniaco-erzegovesi.

Si tratta delle idro-centrali di "Glavatičevo" sulla Neretva, "Ustikolina" sulla Drina e "Vranduk" sulla Bosna, la cui costruzione dovrebbe iniziare nella primavera di quest’anno, e dovrebbe durare dai cinque agli otto anni, dopo di che inizierebbe il periodo di concessione di 25 anni. Il valore dei lavori è stimato in 600.000.000 di KM (Marchi convertibili, 1 Km= 0.50 Euro circa).

Il concessionario è la Intrade-energija, la quale opera secondo il cosiddetto principio del DBOT (progettazione, costruzione, utilizzo, restituzione alla proprietà statale dopo il periodo di concessione), all’interno della legislazione locale che è stata "presa in prestito" dalla normativa di legge europea. Dopo l’eventuale accettazione dei contenuti dell’Elaborato, sul quale secondo l’Articolo 28 della Legge federale sull’assegnazione delle concessioni come eventuale concessionario ne ha il diritto, l’Intrade-energija dovrebbe iniziare coi lavori di realizzazione. Il contratto è stato siglato con uno dei principali progettisti la "Energoinvest DD" di Sarajevo, la quale ha condotto lo studio sull’impatto ambientale delle quattro piccole idro-centrali di Fojnica, la costruzione delle quali era sotto la responsabilità sempre della Intrade-enegija, mentre i lavori sono stati eseguiti dall’azienda di Sarajevo "GIK Hidrogradnja DD".

La costruzione di alte dighe sulla Neretva "Konjic" e "Ulog" è stata nominata per la prima volta nel Piano regolatore della BiH, all’inizio degli anni ottanta del secolo scorso, ma si rinunciò alla realizzazione a causa del cattivo impatto sulle abitazioni di Glavatičevo e a causa dell’inondazione di luoghi significativi dell’ambiente boschivo e agricolo. L’attuale concessionario, sembra che abbia pensato a tutto, di modo che, come si legge nell’Elaborato, ad una trentina di chilometri da Konjic si costruirebbe una "più piccola" centrale "Glavatičevo 2" il cui lavoro sarebbe compensato dalla diga "Glavatičevo 3". La centrale avrebbe una potenza installata di 172 MW, mentre la diga sarebbe alta 144 metri. In una parte dell’elaborato (e ad un primo sguardo, in modo molto poco serio) in cui si considera l’impatto della "Glavatičevo" sull’ambiente c’è scritto:

"La Intrade energija è cosciente che il riempimento delle valli dei fiumi con l’acqua e la creazione di laghi artificiali non deve essere considerato come un miglioramento estetico e un guadagno per l’ambiente. Tuttavia, è un fatto che l’accumulazione artificiale può essere accettata in modo tale che si abbiano delle soluzioni positive anche per le zone di verde circostante". Questi è la loro "fattuale" soluzione per, come viene chiamato, "l’inserimento estetico degli accumulatori nell’ambiente circostante".

L’idro-centrale "Ustikolina" lungo la Drina avrebbe una potenza di 63 MW, con una lunghezza della diga circolare di 203 metri. Nella stima preliminare con l’impatto ambientale di questa centrale verrebbero danneggiate varie abitazioni, ma l’accumulatore risolverebbe il problema del trasporto idrico su Goražde. La Intrade-energija ha considerato seriamente, ossia sotto tutti gli aspetti tecnici, questa soluzione? La risposta è evidente, perché è noto che gli accumulatori nei pressi delle fonti dell’acqua potabile non sono nella locazione desiderabile, sicché la produzione di acqua potabile dagli stessi sembra una idea non pratica.

L’idro-centrale "Vranduk" ha una potenza di minore intensità (21.35 MW), il che non significa affatto che rappresenti una soluzione positiva per l’ambiente, perché nelle sole vicinanze del luogo previsto per la costruzione della idro-centrale "Vranduk", si trova una fortezza vecchia di cinque secoli che verrebbe distrutta. A queste affermazioni i concessionari mancano di addurre buoni argomenti!

Nell’elaborato si afferma inoltre come la Intrade energija rispetti i principi della difesa e del mantenimento delle risorse naturali (si nomina persino il protocollo di Kyoto, che crediamo non sia stato nemmeno letto dai signori concessionari) e sperano che verranno massimamente ridotti gli effetti negativi di queste idro-centrali, con soluzioni come i vivai per i pesci negli accumulatori, il ripopolamento delle specie animali di terra e di acqua, lo sviluppo del turismo e della piccola impresa (cosa che inoltre inquina l’acqua negli accumulatori).

Del tutto fantastico, ma questo non è il tempo delle favole, perché allora i Paesi ricchi non scrivono simili favole sui loro territori? Tutta questa storia sulla concessione è un po’ poco trasparente, perché dove trova un’azienda locale il capitale per un investimento di seicento milioni di KM? I lettori di questo testo, possono trovare da soli la risposta a questa domanda (dal capitale straniero). Una delle carte vincenti della Intrade energije (tale è il nome dell’azienda "locale") e delle altre lobby energetiche è l’occupazione di cinque fino a dieci mila lavoratori locali. Con un semplice calcolo si ottiene che un tale numero di persone nel periodo della costruzione non è possibile che venga pagato coi mezzi previsti per il progetto. Nell’elaborato si nomina che la costruzione della idro-centrale è una strada sicura per una BiH moderna verso l’integrazione europea (???). Ma com’è che una azienda che pensa in modo così "moderno" non abbia una presentazione su Internet? La lista degli errori e delle mancanze nell’Elaborato è veramente lunga, ed ogni serio esperto, probabilmente, si vergognerebbe della propria professione dopo aver letto quel testo.

Come ci si difende dalla fame di energia che minaccia di inghiottire tutto ciò che è naturale e ciò che merita di vivere? Ci si dovrebbe giustificare nei confronti delle nuove generazioni per il tempo che abbiamo vissuto, così come diremo NO ai mostruosi tentativi di mostri con innumerevoli teste che attaccano i nostri fiumi.
Le carte vincenti sono i diritti dell’uomo e dei cittadini, che per fortuna non sono stati scritti solo per essere violati.

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