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L’energia albanese

In Albania le crisi energetiche sono all’ordine del giorno. L’intero sistema produttivo si basa sulle centrali idroelettriche, soggette all’andamento climatico. Un interessante quadro del livello del dibattito nel paese

16/10/2006, Redazione -

L-energia-albanese

Di Islam Sharofi, Ballkan, 14 settembre 2006 (tit. orig. Energjia dhe perdorimi I burimeve te tjera
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Marjola Rukaj

Il sistema energetico albanese è stato spesso duramente colpito da crisi che hanno provocato conseguenze negative in molti ambiti. Hanno causato in modo continuo asfissie a tutta l’economia, il calo della produzione, l’aumento della disoccupazione e della povertà. Ma non è solo l’economia a subire gli effetti negativi delle crisi energetiche, la crisi si percepisce anche nell’istruzione, nella cultura, nella sanità, nell’ambiente, e in altri settori della vita quotidiana.

Dal 1985, anno in cui è stata inaugurata l’idrocentrale (HEC) di Koman, non è stato più attuato alcun investimento sulle fonti energetiche (…). Ci si è accontentati solo dell’energia elettrica che viene prodotta dalle idrocentrali, che sono state costruite dal sistema a partito unico. Tra queste quelle collocate sulla cascata del fiume Drin, sul fiume Mat e le Bistrica 1 e Bistrica 2 sul fiume Bistrica.

L’Albania ottiene da queste centrali 1450 MW pari a 5000 GWh, e importa 1000 GWh. Il valore dell’energia elettrica prodotta nel paese raggiunge i 300 milioni di dollari. C’è da dire che ora molte piccole centrali presso diversi villaggi sono state abbandonate a sé stesse facendo sì che la maggior parte ora non sia attiva.

Il fatto stesso che ora il sistema energetico in Albania sia centrato sulla produzione delle idrocentrali (è ancora operante solo la termocentrale TEC di Fier, mentre le altre termocentrali sono state del tutto eliminate) fa sì che la produzione dell’energia elettrica in Albania sia in balia del clima del paese.

In Albania si ha un’alternanza di annate piovose con altre caratterizzate prevalentemente dalla siccità. Nelle annate di siccità si manifestano le crisi energetiche dovute al calo delle acque dei fiumi dove sono state costruite le idrocentrali. Il calo del livello dell’acqua nel bacino collettore comporta il calo della produzione dell’energia elettrica. Tutto questo fa sì che il sistema energetico albanese sia in una crisi permanente.

Le continue crisi hanno avuto due picchi, nel 2001-2002 e la più recente del 2005. Risulta logico che in Albania per risolvere il problema dell’energia elettrica non ci si deve basare solo sull’energia idrica bensì anche sulla produzione delle termocentrali e anche sulle fonti d’energia rinnovabile (solare, eolica, delle maree, ecc). L’Albania è comunque un paese europeo dalle considerevoli risorse idriche, adeguate per produrre energia elettrica, ed è ovvio che queste risorse facciano parte del sistema energetico.

Secondo alcuni studi risulta che il paese dispone di un potenziale idroenergetico di circa 16 miliardi di KWh all’anno, facendo sì che per unità di superficie figuri tra i paesi ricchi d’Europa dopo la Norvegia e la Svizzera. Finora risulta di aver tratto profitto solo del 30 % della capacità idrica dei fiumi, e quindi vi sarebbero enormi riserve da utilizzare. Tutto dipende esclusivamente dall’esistenza di investimenti. Ad esempio la costruzione di 7 idrocentrali pianificate per il fiume Vjosa, necessita di 400 milioni di dollari.

Attualmente in Albania operano 7 grandi idrocentrali, tra cui la più grande, quella di Koman produce 2 miliardi KWh di energia elettrica l’anno. Nel 1938 l’Albania produceva in tutto il paese 9.3 milioni KWh. Solo l’idrocentrale di Selita attivata nel 1951 produce più del doppio della quantità prodotta nel 1938. Le tre idrocentrali del fiume Drin (Vau Dejes, Koman, Fierza) producono complessivamente 5 miliardi KWh l’anno. Mentre le 7 grandi idrocentrali insieme a Selita producono 5 miliardi e 350 milioni KWh. Si evince da ciò il ruolo cruciale del livello del lago di Fierza da cui dipendono anche i bacini di Koman e Vau Dejes. Quando il livello subisce un calo fino al punto critico (collasso elettro-energetico, il momento in cui il livello dell’acqua nel lago di Fierza raggiunge il livello di 243 sopra il livello del mare, in cui non può operare nessuna delle quattro turbine dell’idrocentrale di Fierza), si raggiunge la soglia della crisi energetica, e di solito è il segnale per affrontare il problema acquistando energia all’estero.

In Albania si nota uno spreco delle energia all’interno dello stesso sistema di distribuzione: sono ingenti le perdite nella trasmissione per via delle reti deteriorate, il mancato pagamento del consumo da parte dei consumatori, i furti, ecc.

Un aspetto non meno importante nel campo dell’idro-energia è l’inclusione delle idrocentrali di piccole dimensioni. Tramite le piccole idrocentrali si possono progressivamente evitare le perdite all’interno del sistema distributivo. Un altro vantaggio è la creazione di opportunità di lavoro in aree remote del paese, là dove ai governi finora è stato impossibile creare strategie d’occupazione.

Nell’ultima crisi del 2005, il villaggio Xhyra nei dintorni di Librazhd ci ha dato un ottimo esempio del ruolo che potrebbero assumere le piccole idrocentrali. L’idrocentrale fu costruita a Xhyra negli anni ’80 con una capacità di 250 KWh e in più occasioni mentre sul territorio albanese intere città e villaggi erano privati dell’elettricità per delle ore, arrangiandosi a lume di candela, il villaggio di Xhyra e i dintorni si erano trasformati in un’oasi piena di luce. Gli abitanti non hanno mai denunciato la mancanza d’energia elettrica.

La costruzione di idrocentrali di piccole dimensioni potrebbe costituire una fonte per coprire circa il 30% del fabbisogno energetico dell’Albania. Attualmente vi è un progetto interessante per la costruzione di una piccola cenrtale idroelettriche a Hotollisht nei pressi di Librazhd, dalla capacità di 5000 KWh, di cui si prevede una produzione annua di 25 milioni di KWh.

Con l’aggiunta di tale progetto in questa zona si avrebbe a 8 mini idrocentrali. Si tratta di un’idea del prof. Kristo Goga e del suo staff molto professionale di collaboratori europei tra cui specialisti provenienti dall’Austria e dalla Repubblica Ceca. Per la realizzazione del progetto si è in attesa di una modifica della legge attuale che agevolerà la concessione dei permessi di costruzione di nuove mini idrocentrali.

Fino al 1990, prima della transizione democratica, in Albania operavano 83 mini idrocentrali con una produzione annuale complessiva di 100 milioni di KWh. Gli ambientalisti non devono tacere nel vedere che un’opera propriamente ecologica come l’idrocentrale di Banja venga trascurata e persino abbandonata. Si tratta di un complesso costruito sul fiume Devoll, a 25 km da Elbasan e a 15 km da Gramsh, che oltre ai profitti economici presenta degli enormi vantaggi ecologici. Si ritiene che lo sia per due motivi: era stata programmata la produzione di 250 milioni KWh di energia elettrica all’anno senza inquinare l’ecosistema. Oltre alla produzione d’energia, riesce potenzialmente a fornire delle risorse d’acqua per le terre coltivate nelle province di Elbasan, Durazzo, Lushnje, Fier, Kavaja ecc.. Si tratta di un lago artificiale che accumula un volume cospicuo pari a circa 500 milioni di m3, molto utile specie d’estate per evitare problemi di siccità delle terre, e che inoltre potrà favorire l’apertura di spazi ecologici dove poter sviluppare l’agriturismo. Pare che in Italia questo settore ricavi 5 miliardi di euro e si ha una prospettiva di progressivo miglioramento. Un altro vantaggio dell’idrocentrale di Banja è la possibilità di fornire dell’acqua potabile a delle potenziali zone turistiche nei pressi di Kavaja, Divjaka, Seman, ecc, oltre che alle zone rurali di Tirana e Durazzo. Potrebbe essere d’aiuto allo sviluppo del trasporto fluviale Banja- Gramsh, per la pesca, per gli sport acquatici ecc.

La mancanza d’energia elettrica è un problema grave dell’Albania di oggi, e la sua soluzione deve costituire una priorità delle politiche nazionali. Sicuramente il completamento della costruzione del gigante di Banja (si dice che almeno il 50 % sia stato ultimato) sarebbe un’altra possibilità per ottenere quello che tutti gli albanesi vorrebbero nelle lunghe notti d’inverno: l’energia elettrica.

In passato in Albania operavano anche termocentrali come il TEC di Fier dalla capacità di 80 000 KWh, quello del Kombinat a Tirana da 5 000 KWh e quello di Maliq nelle vicinanze di Korça 5000 KWh, il TEC del Metalurgjik di Elbasan a 100 000 KWh – di cui però è rimasto funzionante solo il TEC di Fier. Non si avrebbe bisogno semplicemente di un TEC a Valona, ma anche di un altro a Durazzo e di un altro ancora a Korça.

Non bisogna trascurare le altre forme d’energia, quelle rinnovabili. In un incontro dell’UE sui problemi dell’energia elettrica, la Terra è stata qualificata come la casa di tutti e tutti la devono difendere, elencando le priorità delle risorse più rispettose dell’ambiente. Vi si è prefissi di aumentare del 15 % l’utilizzo di tali risorse fino al 2010, l’energia solare, l’eolica… Si proponeva di usufruire delle risorse idriche da cui si può ottenere energia senza inquinare, l’individuazione di nuove tecnologie per la produzione dell’energia elettrica servendosi del carbone, la determinazione di tecnologie adeguate per le termocentrali.

L’Albania è uno dei paesi più soleggiati d’Europa, ad esempio a Durazzo una città rivierasca, si ha una quantità di luce solare media di 2700 ore all’anno, vale a dire 225 giorni da 12 ore caratterizzati dal pieno sole. Secondo vari studi in materia risulta che le zone più soleggiate d’Albania siano Fier e Kuçova, mentre la regione di Kukes pare sia la meno illuminata.

L’uso dei pannelli solari per il riscaldamento dell’acqua, è un fenomeno che da qualche tempo risulta in crescita in Albania. Qualche anno fa era piuttosto raro vedere dei pannelli solari sopra i tetti o le terrazze delle case albanesi, adesso invece sono notevolmente più frequenti tanto da venire impiegati anche in edifici di funzione pubblica, quali alberghi e addirittura scuole, come la scuola Qazim Turdiu di Tirana.

Non è certamente un fenomeno che riguarda solo Tirana, è in larga diffusione anche in città come Fier, Durazzo, Valona, e anche nelle zone rurali. A Tirana vi è già un ottimo esempio: un intero palazzo il cui rifornimento d’energia sarà attribuito alla risorsa solare, lo si può vedere nella via di Kavaja di fronte alla fondazione "Zoja e Keshillit te mire", un esempio da suggerire a molti. Si tratta dell’installazione di 20 pannelli con i rispettivi depositi d’acqua, lo definirei quasi il Palazzo del sole. Vi è ovviamente un’enorme convenienza per gli utenti per quanto riguarda il risparmio d’energia elettrica. Bisognerebbe sostenere e incentivare ulteriormente questa tendenza, soprattutto trattandola largamente sui media.

Si tratta di una tecnologia molto sofisticata capace di far evaporare l’acqua anche in tempo nuvoloso, è un’energia pulita, non inquina poiché non produce perdite nocive per l’ambiente e si pensa che tale uso riesca a far risparmiare addirittura il 50 % dell’energia elettrica. Vi sono inoltre i pannelli fotovoltaici che trasformano l’energia solare in elettrica. Nella regione di Lushnja è già stato attivato un progetto intitolato "L’uso dei pannelli fotovoltaici per il rifornimento con acqua delle zone rurali dell’Albania". E un’iniziativa ideata dal Centro per l’efficienza energetica, con il supporto finanziario di piccoli finanziamenti del GEF/UNDP e dell’ufficio dell’OCSE a Tirana. Sul successo di tale tecnologia basti dare un’occhiata ai risultati ottenuti in Europa. Nel 2005, l’Eurobserver fa sapere che l’energia solare fotovoltaica è stata raddoppiata superando la capacità di 1 GW. La Germania è per ora il paese d’avanguardia in questo settore, seguita dall’Olanda, Lussemburgo e Belgio. Sembra evidente che l’energia solare sia una delle migliori alternative per ottenere l’energia nei prossimi anni.

Un’altra alternativa possibile per produrre energia in Albania, è l’utilizzo delle potenzialità eoliche, puntando sempre a non provocare inquinamento. Vi sono varie zone valutate come adeguate per la costruzione di tali impianti, Milot, Bulqiza, Lezha, Librazhd, ma anche la riviera. Ma in quest’ambito è stato solo fatto un esperimento, nei primi anni ’90, nella zona di Manati nei pressi di Lezha. Nella fabbrica Dinamo di Tirana erano stati prodotti gli impianti e gli strumenti necessari, per installare un "Mulino a vento" a Manati, con un sistema collegato a una pompa. Nonostante non si fosse trattato di un utilizzo dell’energia eolica per produrre energia elettrica, l’iniziativa merita attenzione e magari sostegno per un ulteriore sviluppo.

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